giovedì 5 aprile 2012
Ci sono immagini che, meglio di molte parole, fotografano in maniera fedele e impietosa una realtà. A L’Aquila, lungo Corso Federico II, c’è una locandina che pubblicizza “Gli amici del Bar Margherita”, la commedia di Pupi Avati che nell’aprile del 2009 veniva distribuita nelle sale cinematografiche. Si trova in una delle vie principali del centro storico, una di quelle che si riempivano di rumori e di gente, proprio davanti al Cinema Massimo. Quella locandina resta lì.
Ecco, per svelare l’assurda agonia di una città ancora puntellata e incerottata dopo tre anni, quella locandina è l’immagine giusta.
Capodanno a L'Aquila
La locandina ormai s’è sbiadita:
tre anni scalfiscono i volti
anche alle fotografie.
Ma gli amici del bar Margherita
non hanno ancora
fatto in tempo ad accorgersi
della sconvenienza di quel loro sorriso
orfano di un volto che lo rivendichi.
E stride col tanfo di muffa
e di morte
che esalano i vicoli bui.
Ti parlo di un passato quasi mitico
di scoperte, di perdita di innocenza
e di rumori, di dibattiti e di bancarelle.
Ma stasera nessuno
scompiglia il silenzio del selciato
tranne i tacchi eccessivi e delusi
di due ragazze per mano
che credevano di vincere il freddo
con la voglia di mostrare le cosce
esose nella loro prima
ultima notte dell’anno.
Là dietro ci guarda il teatro
lasciato alla guardia dei sassi
dopo le luci gli abbracci le foto
sulla piazza come le altre incancrenita.
E tu che mi dici ti amo
e mi stringi e sorridi e mi baci
mi riscopri alla bellezza del coraggio
nelle tue mani screpolate.
Valerio Valentini